martedì 5 gennaio 2010

La visualizzazione

Ho recuperato questo articolo di Carlo Lesma che credo spieghi bene un lavoro che ciascuno di noi debba imparare a fare: la visualizzazione

"Si dice nello sport che per preparasi a essere un campione bisogna avere testa cosi come nella vita, come coach sportivo mi trovo a lavorare su molti concetti di base, uno di questi è la visualizzazione mirata e specifica per il tipo di prestazione che si andrà a sviluppare in termini pratici e reali.

Oggi giorno la maggior parte delle persone che praticano sport anche solo per hobby fanno del riscaldamento fisico, corsa, flessioni, movimento delle articolazioni, il più delle volte si prende il riscaldamento come una perdita di tempo anche per lo sportivo meno esperto, ma il maggior rischio di infortunio muscolare e/o tendineo avviene proprio per la mancanza di riscaldamento fisico.

Voglio partire da un concetto molto semplice e che può essere banale ma molto importante come sopra descritto, così anche per preparare la propria mente a riscaldarsi nel giusto modo proprio come una scheda di allenamento, cioè personalizzata al fine di trovare in se il punto di incontro per riuscire a migliorare giorno dopo giorno.

Nel campo della crescita personale si parla spesso di visualizzazione,in questo articolo porto un esempio di un caso realmente accaduto a un mio cliente e poi diventato amico e collaboratore.

Roberto Casati che nel 2004 partecipa a una gara di mountain bike con distanza di 60 km con circa 1.200 partecipanti è arrivato al traguardo in 4 ore esatte.
Abbiamo lavorato insieme per la gara dell’anno successivo 2005 per circa 6 mesi una volta la settimana su vari aspetti dalla riabilitazione, dall’identità alla visione e sugli obiettivi, ma l’argomento specifico che ha permesso a Roberto di fare un salto sopra la media e una esperienza diversa da cose che già sapeva, la visualizzazione.

Mi spiego in quella sua prima esperienza del 2004 è stata un forte emozione per se stesso ma sapeva che poteva dare di più e non sapeva come, ci siamo conosciuti in palestra e dopo il primo incontro abbiamo capito che potevamo lavorare insieme.

Chiedo a Roberto di trovarci in uno spazio tranquillo dove potevamo iniziare il lavoro :

  1. Torna al momento della gara e vedi te stesso al momento della partenza e il momento dell’arrivo in piena tranquillità e vivendo pedalata dopo pedalata tutti i momenti che hai vissuto in quella straordinaria esperienza.
  2. Poi chiedo di uscire dalla gara e trovare nella sua visualizzazione quali erano i punti di maggiore difficoltà, in questo caso la sua difficoltà maggiore era sulla salita, dove in varie occasioni si creavano dei blocchi alle gambe ancora prima di iniziare la salita. In tutte e due i casi Roberto si vedeva dentro se stesso associato
  3. Ora facciamo un lavoro di dissociazione cioè lui si vede al di fuori di se stesso dall’alto che percorre tutto il tragitto come su di una mappa e qui nasce una nuova fase di consapevolezza, si vede nella salita che subito dopo averla affrontata trova uno dei suoi amici che lo incitano a dare il meglio, un altra cosa che si è trovato molto interessante che per superare il momento critico si vedeva davanti a se i migliori del gruppo o persone che anno vinto i campionati precedenti e da qui sente nascere una motivazione maggiore dentro di se che può dare molto di più.
  4. Trovato due fasi importanti di motivazione si è associato all’immagine è tornato dentro di se stesso e ripercorrendo la salita vede davanti i migliori, si immagina che dopo la salita trova il suo amico che lo incita a dare il meglio, li trova le parole chiave che gli danno la giusta potenza, il massimo che può dare, ricorda un suo brano musicale che gli da forza, qui tutta la sua grinta e coraggio di superare il proprio limite si mette in azione.
    Vedi te stesso che arrivi al traguardo con gioia felicita e tutte le emozioni che senti nascere dentro di te, sei arrivato con il giusto respiro con la tua forza.
  5. Una volta conclusa la fase di arrivo esci da questa esperienza e sentiti soddisfatto di aver partecipato alla gara e essere riuscito arrivare fino alla fine.

Nel 2005 partecipa nuovamente alla gara dove ci sono più di 1.300 concorrenti un tragitto di 60 km stesso percorso che aveva fatto nel 2004 ma con una consapevolezza maggiore la Visualizzazione e il percorso già realizzato nella sua mente.

2004 chiusa la gara con un tempo di 4 ore esatte.

2005 chiusa la gara con un tempo di 3 ore e 20 min.

La preparazione è stata fatta nel giusto modo utilizzano parte del suo tempo visualizzando il suo percorso, un percorso che ha definito lui con la sua esperienza e la sua pratica, in questo caso il mio compito è stato di far risvegliare in esso una propria consapevolezza.

Uno dei punti chiave è il lavoro di associazione e dissociazione, significa dissociato fuori dalla propria immagine fuori dalla esperienza come si si guardasse uno schermo tv o una fotografia, mentre associato si è dentro all’immagine e si vive l’esperienza con i propri occhi.

Essere capaci di entrare e uscire dalla propria immagine è un modo estremamente utile che ogni uno di noi lo possiede naturalmente.

Molti sportivi lo usano già come metodo inconsciamente per affrontare gli avversari, nelle tecniche di visualizzazione ci sono tantissimi esercizi da portare in qualsiasi settore, questo è un esempio di una situazione pratica nei prossimi articoli porteremo altri esempi.

Carlo Lesma,
Sport Coach"

2 commenti:

  1. X crescere nel TT a livello amatoriale (5-4 cat), devi giocare - giocare - giocare. Schemi - cesti - partite poi eventi ufficiali e poi di nuovo da capo. Il più possibile.
    Non serve nient'altro. Non serve lo streching, non serve la corsa, non serve il mental coach.
    Non serve provare tanti materiali.
    Fidati.
    Andrea B

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  2. Ciao Andrea. eh già... lo so, mi fido! :-)
    Nel mio piccolo posso rispondere questa mia opinione.
    Concordo sul giocare giocare giocare...cesti cesti cesti.... e che molti di noi soprattutto ai bassi livelli riversino "solo" sui materiali le aspettative di risultato (ma questo è un "vizio" comune a tanti sport :-)) )
    Non concordo sul fatto che un'attività fisica da svolgere parallelamente al tavolo non sia utile.
    Anzi personalmente ai grand prix vedo troppe pance grasse e traballanti e fisici tutt'altro che atletici. Ma è o no uno sport per tutti??? :-)))
    Come pure credo sia invece molto utile imparare a gestire gli stati emotivi attraverso appropriate tecniche. Sia che tu giochi per la prima volta o da 10 anni, le tensioni le senti.
    Mentre sul discorso visualizzazione...lo approfondiremo. Ma per anticipare qualcosa posso dire che anche per un principiante, il fatto di visualizzare, ad esempio, può portarlo a diventare più determinato e costante nel dedicarsi ai cesti e di conseguenza a migliorare.
    Ciao!!!
    Paolo

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